Sentiero dell'Acino
Percorso che valorizza le campagne coltivate a vigneto e frutteto. Dai vigneti dei crinali panoramici vengono prodotti i grandi vini del territorio: il Roero d.o.c.g e Il Roero Arneis d.o.c.g.
Il Sentiero, formato da due percorsi ad anello collegati tra loro, può essere percorso anche soltanto per metà. Il Sentiero coincide per un lungo tratto con il Sentieri S3, di cui possono essere seguite le indicazioni, ed è particolarmente indicato per la fruizione in MTB.
Itinerario non completamente segnalato. Occorre munirsi di cartina e/o di traccia GPX per poter percorrere in sicurezza il sentiero. Particolarmente consigliato per un utilizzo in mountain bike o e-mtb (bicicletta mtb a pedalata assistita). Un tratto molto breve del sentiero (circa 200 mt) è impegnativo per un utilizzo in mountain bike. Occorre trasportare la bicicletta a spinta.
AUDIOGUIDA DEL SENTIERO: per usufruire dell'audioguida con traccia gpx integrata, è possibile scaricare sul proprio smartphone l'app gratuita Izi.Travel, ed attivare la geolocalizzazione: in questo modo una narrazione automatica si attiverà nei punti di interesse raccontando storie e curiosità.
Audioguida pre-visionabile anche su browser: https://izi.travel/it/fa5c-sentiero-dell-acino-ecomuseo-delle-rocche-del-roero/it
ITINERARIO
ANELLO 1.
Il Sentiero ha inizio in Via Alessandro Roero a Guarene, all’imbocco della via che porta al castello.
Il paese di Guarene si staglia in posizione panoramica sulla pianura del Tanaro da un lato, e sulle colline coltivate a vigneto e frutteti dall’altro. E’ uno dei paesi che custodisce il maggior numero di edifici storici nel Roero, e il suo intatto centro storico si può visitare con una passeggiata che parte dalla centrale piazza Roma. Numerose sono le Chiese barocche, tra cui la Chiesa della Ss. Annunziata, il cui interno colpisce per le opere pittoriche che affrescano interamente le pareti, le vele e la cupola, e la chiesa dei Santi Pietro e Bartolomeo, con all’interno pregevoli tele e pale d’altare, di cui una del 1585 ad opera di Guglielmo Caccia detto il “Moncalvo”. Poi ancora il settecentesco Palazzo Re Rebaudengo, che ospita mostre d’arte ed eventi, e il Castello, imponente e sontuoso simbolo di Guarene progettato dal conte Carlo Giacinto Roero nel 1726.
Dall’incrocio di Via Roero, con il castello di fronte, imbocco a sinistra Via Garibaldi, strada in discesa tra le case del centro storico, e svolto in Via S.Stefano: inizio ad allontanarmi dal paese, camminando in una zona residenziale di più recente costruzione, con un panorama che si apre sulla pianura del fiume Tanaro sottostante. La strada diventa sterrata e inizia a scendere gradatamente, fino a giungere in una zona di erti vigneti e ad un incrocio tra strade sterrate su cui campeggia la chiesetta barocca di S.Stefano del Maso, da cui si gode di una notevole vista a 360°. La dedicazione a S.Stefano, protomartire condannato nel 36 d.C, ci fa intuire un’origine molto antica del toponimo, che appare tuttavia nei documenti a partire dal 1523 in un consegnamento verso la famiglia dei Roero; la cappella compare anche in relazioni di visite pastorali del 1600, ma l’edificio visibile oggi è databile intorno al 1759, anno in cui viene ricostruito l’altare.
Continuo a scendere, raggiungo località Biano e imbocco Via Sotteri, una strada asfaltata di fondovalle che percorro per circa 4 km: in questo lungo tratto, tra frutteti e colture cerealicole, è possibile notare a destra la dorsale collinare su cui poggia l'abitato di Guarene, con i suoi caratteristici calanchi ricoperti da boschi nella parte superiore e da erti vigneti alla loro base. Oltrepassata borgata Forcellini/Osteria, alla rotatoria tra le case svolto a destra per salire a località Castelrotto. Giunti alle case di località Castelrotto incrocio la strada provinciale 50 e proseguo la salita serpeggiando fra case e complessi residenziali di pregio.
Raggiungo le case Lora e borgata Bassi su una panoramica strada di campagna asfaltata, sempre in leggera salita, tra frutteti di pere madernassa e pesche. Dopo essermi lasciato alle spalle borgata Bassi svolto a destra su una strada secondaria, che diventa sterrata e si inerpica tra gerbidi e boscaglia più riparata alternati a qualche coltura. Raggiunto il crinale di sommità del versante collinare che guarda alle campagne e ai vigneti di Vezza d’Alba, incrocio la strada provinciale 171 che sale dai Mombelli, che imbocco e percorro per circa 4 km in cresta, fino a chiudere l’anello su Via Divisione Alpina Cuneense e tornando a Guarene. Da qui una sosta è consigliata per visitare il centro storico del paese, suggestivo per le sue vie tortuose che giungono in P.za Roma, cuore del paese con un affaccio sulla pianura del Tanaro. Notevoli sono poi le numerose chiese barocche, in particolare la Chiesa della Ss. Annunziata con i suoi pregevoli affreschi. Palazzo Re Rebaudengo, centro espositivo di arte contemporanea della prestigiosa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la residenza settecentesca dei conti Roero, oggi struttura ricettiva di lusso che domina la sommità del paese, meritano poi una visita a parte.
ANELLO 2:
Il Sentiero ha inizio in Via Alessandro Roero a Guarene, all’imbocco della via che porta al castello. Dall’incrocio di Via Roero, con il castello alle spalle, percorro la strada provinciale 50 in direzione di Castagnito fino a raggiungere il campo sportivo di Guarene. Qui l’itinerario piega a sinistra su una strada di ghiaia in discesa, circondata da campi di grano, su cui si staglia a sinistra in lontananza il castello-residenza che domina la sommità di Guarene. Giunti in prossimità di un laghetto privato di pesca sportiva, nel fresco fondovalle dove nasce il rio Borbore, si svolta a destra e si prosegue in leggera discesa, su una strada di campagna dal fondo di pietrisco irregolare. La strada è qui immersa nella boscaglia incolta e tra campi di nocciole; giunti ad un vecchio lavatoio in disuso svolto a destra, proseguendo tra i campi di nocciole, e più a fondovalle, tra orti e altri campi coltivati. Giunti alle prime case isolate della frazione Madernassa, svolto ancora a destra su una lunga discesa panoramica in ghiaia da cui godo della vista del piccolo borgo storico di Castagnito con le sue chiese. La discesa serpeggia tra frutteti di mele, pere e vigne, e risale gradatamente in direzione di Castagnito. All’altezza di una proprietà privata con maneggio per i cavalli, svolto a sinistra e raggiungo località Varnè, all’incrocio con la strada provinciale 50 in direzione di Vezza: la percorro per pochi metri, e svolto subito a destra su una strada sterrata in pianura. Poco dopo viene segnalata la possibilità di fare una digressione verso il punto panoramico di San Quirico, un’altura contornata da un boschetto, dove un tempo sorgeva l’antico cimitero di Castagnito e la scomparsa Chiesa di San Quirico e Giulitta. L’area, raggiungibile con una secca salita a zig zag nel bosco, è oggi attrezzata con panchine e punto acqua, e gode di una notevole vista a 360° sui vigneti e sul borgo di Castellinaldo da un lato, sulle campagne di Vezza d’Alba dall’altro. Tornati sul Sentiero principale, si prosegue per circa 2 km sull’ampia strada bianca contornata da ordinati vigneti, risalendo gradatamente il versante collinare in direzione di Castellinaldo. All’incrocio stradale con la strada provinciale 50 svolto a destra in salita in direzione di Castagnito: si abbandona l’asfalto poco dopo, imboccando a sinistra una strada in discesa circondata da ordinati vigneti piacevoli alla vista. Giunti a località Tortorino, già in territorio castagnitese, si costeggia il cimitero, giungendo nuovamente all’ incrocio con la strada provinciale 50: qui si svolta a destra salendo verso Castagnito in Via San Giuseppe e Via Roma, tra le case. Arrivati alla Chiesa di Madonna del Popolo, si imbocca Via Ronchesio, tra villette residenziali di recente costruzione e un piccolo parco giochi per bambini con punto acqua. La strada torna sterrata, e con una brusca svolta a destra in salita, risale nel tratto più panoramico del Sentiero dell’Acino, con la vista che si apre dapprima sulle colline dell’Astigiano, con i borghi di Magliano Alfieri e Govone sullo sfondo, e poi ancora oltre verso le Langhe. Percorro la cresta della collina, accompagnato per lungo tempo da vigneti a destra e sinistra, fino al bric di San Licerio, dove la vista si apre nuovamente al Roero centrale sul territorio di Vezza. Il sentiero ridiscende bruscamente e torna al campo sportivo di Guarene, collegandosi al punto di partenza della nostra passeggiata.
AVVERTENZE
Itinerario non completamente segnalato. Occorre munirsi di cartina e/o di traccia GPX per poter percorrere in sicurezza il sentiero. Particolarmente consigliato per un utilizzo in mountain bike o e-mtb (bicicletta mtb a pedalata assistita).
Un tratto molto breve del sentiero (circa 200 mt) è impegnativo per un utilizzo in mountain bike. Occorre trasportare la bicicletta a spinta.
AUDIOGUIDA DEL SENTIERO: per usufruire dell'audioguida con traccia gpx integrata, è possibile scaricare sul proprio smartphone l'app gratuita Izi.Travel, ed attivare la geolocalizzazione: in questo modo una narrazione automatica si attiverà nei punti di interesse raccontando storie e curiosità.
Audioguida pre-visionabile anche su browser: https://izi.travel/it/fa5c-sentiero-dell-acino-ecomuseo-delle-rocche-del-roero/it