Le Rocche

LE ROCCHE

L’elemento fondamentale che caratterizza il paesaggio dell’Ecomuseo è rappresentato dalle Rocche. Si tratta di un fenomeno geologico di erosione che ha origine nella notte dei tempi, ma che continua ancora oggi.

Circa 250.000 anni fa il Tanaro deviò il suo corso per opera di erosione di un altro fiume. Questo evento, che viene chiamato dagli studiosi "Cattura del Tanaro", causò una serie di sconvolgimenti molto forti nelle vallate di scorrimento. I corsi d’acqua del Roero cominciarono ad arretrare verso la nuova valle del Tanaro, incidendo con forre profonde e calanchi pittoreschi i terreni sabbiosi dell’Astiano.

Il risultato di questo fenomeno millenario è unico e ancora oggi osservabile nei comuni delle Rocche. Nelle dolci colline tipiche del Roero, si aprono profonde voragini che possono raggiungere anche dislivelli di centinaia di metri. La pareti sabbiose della collina formano guglie dalle forme affascinanti e bellissime, anfiteatri naturali maestosi ed imponenti in cui ci si può avventurare seguendo i sentieri dei contadini.

L’ecosistema delle Rocche è molto delicato. Microclimi diversi coabitano in poche centinaia di metri di altitudine; pini e roverelle, tipici di una vegetazione secca, crescono in cima alle creste, mentre nel fondo dei burroni l’acqua stagnante crea habitat umidi e rigogliosi. Inoltre le Rocche sono formate da terreni sabbiosi che un tempo erano fondali marini, e per questo è possibile trovare incastrati tra le pareti fossili di conchiglie, ricci e pesci.

LA FORMAZIONE DELLE ROCCHE DEL ROERO

Circa 250.000 anni fa la zona si presentava come un liscio altipiano da poco emerso dal mare, composto da sedimenti di sabbie e ciottoli facilmente erodibili. Fino ad allora il Tanaro, che nasce sulle Alpi Liguri, scorreva verso nord-ovest e confluiva nel Po all’altezza di Carignano.

Avvenne che un corso d’acqua estraneo che scorreva in direzione est nei terreni dell’Albese (all’incirca dove oggi scorre il Tanaro) cominciò ad erodere sempre più il terreno a causa di piene e alluvioni, fino a catturare il Paleo-Tanaro e a deviarne il corso. A questo punto il Paleo-Tanaro di Carmagnola si prosciugò completamente e il nuovo corso d’acqua si mise a scorrere verso l’Alessandrino dove ancora oggi confluisce nel Po.

La nuova confluenza del Tanaro nel Po si veniva a trovare circa 100 metri più in basso rispetto alla quota altimetrica dell’antica confluenza di Carignano; in questo modo il fiume, a causa della maggiore inclinazione del suo letto, si trovava a scorrere in maniera più impetuosa di prima, creando fenomeni di erosione maggiore in tutta la vallata di scorrimento.

Per essere in equilibrio con la nuova situazione tutti gli affluenti ereditati dal vecchio corso, sia in sponda destra (Langhe) che sinistra (Roero), si adattarono alle nuove condizioni. I corsi d’acqua del Roero cominciarono ad arretrare verso la nuova valle del Tanaro, incidendo con forre profonde e calanchi pittoreschi i terreni sabbiosi dell’Astiano.

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